interminati spazi/sterminati silenzi è ispirata all’infinito di Leopardi. Il muro è la famosa siepe che il “guardo esclude” per accedere all’immanenza infinita del reale, dove l’oggetto e il soggetto si uniscono e si dissolvono in un’unico grande campo di esistenza.
BIO
Laureato in filosofia presso l’Università di Bologna, è interessato alla fotografia come strumento di conoscenza del Reale. L’approccio fenomenologico della sua pratica trae ispirazione dalla tradizione filosofica contemporanea e dalla fotografia italiana degli ultimi cinquanta anni. La ricerca di Gabriele si basa sull’esplorazione del quotidiano, della prossimità, attraverso l’osservazione ripetuta dello sguardo sulle cose e sul loro particolare modo di esistere.