Il lavoro dal titolo “Paesaggio Minimo” è stato realizzato seguendo il tema proposto dalla mostra e la poetica dell’artista. Esso è composto da un oggetto protagonista che “recita” su un palco e un impianto scenografico che gli è stato cucito addosso per mettere in scena le miriadi di sfaccettature, granuli di minerali e legami chimici di cui è fatta la pietra. Quarzi, carbonati di calcio, argille, materiali ferrosi e ossidi sono le costellazioni che rendono la pietra così eterogenea, variegata e con una texture quasi scintillanti. La struttura in legno ha la voglia di salvaguardare tutto questo.
Bio
La sua pratica si basa sulla costante ricerca della costruzione di un impianto scenografico, di forme, di abitazioni, dove lei può completarne l’arredo. Si vuole impossessare di un luogo per renderlo utile agli spettatori che lo abiteranno e lo vedranno, come un elemento che chiude il grande cerchio estetico, fatto di composizioni. Francesca Baglieri viene dalla campagna modicana, cresce tra gli animali allevati dal nonno, che spesso disegna, impara la ciclicità delle stagioni seguendo ritmi prettamente agricoli impostati sulla semina di frutta e ortaggi, sulla preparazione delle conserve di pomodoro e sulla raccolta delle olive, che poi diventerà l’olio che servirà alla famiglia. Questa educazione la portano a vedere il mondo come un composto di elementi e oggetti utili al fabbisogno dell’uomo, ogni cosa ha lo scopo di essere utile. La prospettiva si semplifica, lo spazio è ridipinto, così da poterlo conoscere di nuovo, da zero. La cosa che più le interessa è la creazione di una scenografia che supporti la sua scansione del mondo in forme e colori equilibrati; l’impianto pittorico è come desideroso di divenire architettura. “Il primo giorno d’asilo, presentandomi agli altri bambini, osservai in loro solo colori all’interno di forme. Da lì capii che l’avrei fatto per il resto della mia vita”.